La recente approvazione della direttiva sulle case green da parte del Parlamento europeo riporta all’attenzione il problema del patrimonio immobiliare vetusto in Italia. Uno studio di Federcepicostruzioni stima che per adeguarsi agli standard europei, sarebbe necessario riqualificare non meno di 9,7 milioni di edifici, per un investimento totale di circa mille miliardi di euro.
Il presidente di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi, commenta che la direttiva dimostra come il governo italiano abbia sbagliato a sopprimere il Superbonus 110%, uno strumento che ha permesso la riqualificazione energetica di oltre 55mila condomini, 221mila edifici unifamiliari e 109mila edifici funzionalmente indipendenti, con un investimento totale di 68,5 miliardi di euro.
La direttiva europea impone agli Stati una serie di misure per raggiungere l’obiettivo di “emissioni zero” entro il 2050, con step intermedi particolarmente impattanti ed onerosi per l’Italia. Ad esempio, le costruzioni esistenti sarebbero portate in classe energetica E entro il 2030 (2027 per gli edifici pubblici) e D entro il 2033. tuttavia, il 61% degli immobili italiani (7.622.524) è al di fuori delle classi energetiche minime di tolleranza indicato dall’Europa (D ed E).
Secondo l’Ufficio Studi di Federcepicostruzioni, su 12 milioni di edifici in Italia, il 77,9% (9.740.581 edifici) necessita di interventi di riqualificazione per rientrare nella classe energetica D dall’Europa. Stimando il costo medio di un intervento in 104.500 euro, gli investimenti richiesti da qui al 2033 ammontano a circa mille miliardi di euro, ovvero in media 100 miliardi di euro l’anno. Il presidente Lombardi ritiene che sia un importo insostenibile senza un adeguato sostegno politico da parte dell’Europa.
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